Convention Bureau Roma e Lazio: un bene che appartiene e a tutti.
Il 23 novembre il neonato Convention Bureau Roma e Lazio si è presentato al grande pubblico. Lo ha fatto in modo altisonante, in una location bellissima (Sala del Tempio di Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma, ndr), alla presenza di alcuni dei più alti vertici delle Istituzioni locali. E non poteva essere altrimenti date le premesse che hanno portato alla costituzione del CBReL, le aspettative riposte da tutti nel progetto e la rappresentatività di un territorio che ha ancora un potenziale da esprimere troppo grande per essere lasciato alla capacità di auto vendersi che da troppo tempo lo caratterizza.
Una carrellata di punti di vista
E così ha aperto i lavori il Presidente del Convention Bureau Roma e Lazio, Onorio Rebecchini, ringraziando i partner, le istituzioni, gli ospiti, lo sponsor e la camera di Commercio per la squisita ospitalità. Il suo è stato un discorso di apertura forte, diretto, che ha sottolineato quanto per Roma e per tutta la regione Lazio sia fondamentale aver dato vita a questo strumento di rilancio del turismo business a Roma perché “questa meravigliosa città, nel cuore dei cittadini del mondo, con il suo corollario di eccellenze gastronomiche, naturalistiche, archeologiche, produttive, che animano il contesto dell’intera Regione, occupa purtroppo una posizione non primaria e inappropriata nel ranking mondiale di questo segmento del turismo“. Sottolinea ancora che non si tratta solo di parole, che si è già fatto tanto e che siamo solo all’inizio. Che l’appoggio operativo e il forte commitment delle Istituzioni è fondamentale e che presto il Convention Bureau Roma e Lazio crescerà anche nell’organico per dare una definitiva accelerata al lavoro da svolgere.
Iniziano gli interventi
Il Presidente Rebecchini ha lasciato poi la parola a Dorina Bianchi, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la quale nel fare i migliori auguri al Convention Bureau per le importanti sfide che lo aspettano, ha nuovamente sottolineato quanto il Turismo Business rappresenti per la città e la Regione una grande opportunità di crescita economica, occupazionale e sociale impattando in modo forte e concreto sulla spesa, sui servizi e la formazione.
Che ruolo hanno le Istituzioni?
Ma in che modo le Istituzioni vedono il loro ruolo di facilitatori della crescita del turismo congressuale? Ne hanno discusso il Vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, l’Assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro del Comune di Roma Adriano Meloni, Il presidente del CBReL Onorio Rebecchini, il Presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti coordinati e moderati da Carlotta Ferrari, Presidente del Convention Bureau Italia e Direttrice del Firenze Convention & Visitors Bureau, la quale ha da subito solleticato gli ospiti sulla potenza e importanza del modello di collaborazione fra pubblico e privato. Cosa ne è uscito?
Un sistema unico, un’unica strategia
Il primo a parlare è stato il Vicepresidente Smeriglio il quale ha parlato della necessità di costruire un unico “ambiente” che sostenga l’obiettivo di rilanciare il turismo in tutte e sue espressioni. Soprattutto nella regolamentazione e supporto della ricettività extra alberghiera. Questo significa dare vita ad un unico sistema e un’unica strategia per sostenere lo sviluppo e l’accessibilità in coordinamento con il Convention Bureau Nazionale. Ne deriva un interesse che riguarda non solo la promozione e la crescita della città, ma un percorso di Formazione delle persone che verranno chiamate a gestire questo processo e un’attenzione maggiore al sostegno dei luoghi, meravigliosi per natura, arte e tradizioni di ogni genere, che si sviluppano intorno alla grande città. Pensiamo ai borghi o a tutte quelle destinazioni che rappresentano da sempre una leva con grandissimo potenziale per attrarre un turismo di nicchia che può essere interessato non solo alla Capitale. Il sistema unico e la collaborazione fra città e regione per la promozione del territorio sono temi importantissimi non solo da un punto di vista di sostenibilità economica. Significa riconoscere che non c’è competizione o contraddizione fra parti apparentemente distanti fra loro se accomunati da un medesimo obiettivo. Interessi personali o colori politici che vanno superati per il bene della città. Riconoscere la centralità di Roma comprendendo allo stesso tempo che di pari passo va accettata la sfida della cura del turismo extra Capitale.
Fare sistema, indirizzare il turismo
Sulle parole dell’Assessore Meloni mi sono soffermata moltissimo. Lui ha detto che l’obiettivo deve essere”attivare un turismo che alla città porti più di quello che toglie, senza voler escludere nessuno“. Quanto ha ragione? A mio avviso tanto. I numeri parlano chiaro: i turisti a Roma fra il 2010 e il 2015 sono passati da 7 a 14 milioni senza che questo abbia portato alla città maggiore ricchezza. Al contrario, la città è stata messa molto sotto stress dalla presenza di un numero così importante di presenze. Dunque qual’è la soluzione? Curare lo sviluppo di una tipologia di turismo che sia maggiormente qualificato, come è appunto, quello di taglio business. E’ per questo che Roma Capitale ha sostenuto così fortemente il progetto del Convention Bureau, perché per attrarre il mercato del congressuale c’è bisogno di una squadra composta non solo dalle Istituzioni, ma anche e soprattutto dall’imprenditoria che sul turismo business ha costruito la propria professione e il proprio futuro conoscendone dall’interno le necessità, le aspettative, i punti maggiormente sensibili. Il Convention Bureau Roma e Lazio è l’espressione di questo sistema senza il quale non è possibile raggiungere gli obiettivi che da anni ci si è posti e che è diventato realtà nonostante l’Italia non abbia ancora una cultura orientata al networking. Roma non si vende da sola, ormai è un dato di fatto. Ce lo dimostra il fatto che destinazioni meno appealing e con meno storia ci abbiano scavalcato nel ranking per il solo fatto di essere state capaci di organizzarsi. Ora è tutto nelle nostre mani.
Abbiamo i turisti che ci meritiamo
Il Presidente Lorenzo Tagliavanti parlando ha detto proprio così:”Abbiamo i turisti che ci meritiamo“. Sembra scontato ma non lo è. E’ stata un’altra frase che non mi ha abbandonato per molte ore. Roma ha inventato il turismo (per la presenza della Chiesa), Roma si è venduta da sola grazie alla sua storia e alla sua grandezza. Roma è da sempre la destinazione ambita da tutti. E non ci siamo resi conto per tempo che quello che è stato vero per secoli ha iniziato da parecchio tempo a non esserlo più.Roma rimane una delle città più appealing del mondo ma la sua competitività dipende dalla nostra capacità di promuoverla, gestirla e regolamentarla. Abbiamo a Roma turisti che ancora scelgono di visitare la nostra città perché viviamo della rendita prodotta dalla nostra gloriosa storia. Non sono turisti che ci siamo conquistati e che siamo andati a prendere a casa loro. Dobbiamo (facendo sistema) creare l’offerta turistica di Roma per attrarre i turismi di interesse della città, fra cui, di certo, quello congressuale. Ci hanno provato per anni le Istituzioni a promuovere un turismo propositivo e non di attesa ma senza successo. E la causa sta nella motivazione. La spinta doveva arrivare da chi combatte per il profitto, non per la rendita. E questi sono gli operatori economici che insieme alle Istituzioni hanno creato i presupposti per riportare Roma ad essere artefice del proprio destino. E facciamo attenzione perché in un momento economico come quello che sta attraversando il nostro paese, profitto per molti non significa ricchezza ma sopravvivenza (questo lo aggiungo io).
Chiusura della chiacchierata
Il Presidente Rebecchini ha chiuso il giro di interventi ponendo l’accento sul fatto che il mondo imprenditoriale stava aspettando qualcosa per potersi mettere insieme e il numero e la qualità dei primi soci del Convention Bureau Roma e Lazio ne sono la dimostrazione. Siamo poi passati all’ultimo relatore, Antonio Romano CEO e fondatore di Inarea, società che si è occupata della realizzazione del nuovo logo e del video di presentazione del CBReL. Antonio non ha solo lanciato un video che ci ha fatti commuovere tutti, lui compreso. Ha dato un ultimo spunto di riflessione sul quale tutti noi dovremmo soffermarci. Ha detto :”l’attrattività di un territorio dipende dall’intelligenza delle persone che lo abitano e lo governano” e ancora “il Convention Bureau Rome e Lazio è un brand espressione di una intelligenza collettiva“.
Ecco, ho ascoltato questo concetto semplice ma tostissimo che ha messo nelle mani di ognuno di noi una grandissima responsabilità. Quella di comportarci come esseri umani non dotati di super poteri, ma semplicemente, di intelligenza. Quella di capire con obiettività cosa c’è da fare e, senza troppi giri di parole o di potere, farlo.
I saluti alla platea lanciando il website del Convention Bureau Roma e Lazio
Concludendo
Il Convention Bureau Roma e Lazio l’ho visto nascere sin dai tempi in cui sembrava un’idea irrealizzabile per tutti gli N problemi che da Romani e Italiani potete ben comprendere (individualismo, interessi a volte contrastanti, poca capacità di cedere qualcosa per poter andare avanti insieme, burocrazia, fondi, cultura di sistema, ecc). Ma oggi esiste grazie alla tenacia di chi ha compreso che era quello di cui Roma, probabilmente, aveva più bisogno. Io l’ho vissuto prevalentemente attraverso l’entusiasmo e la caparbietà di Paolo (per conto di Federcongressi&eventi), mio padre, che ha avuto chiaro da subito che era un’opportunità che non doveva essere sprecata.Paolo, per questa ragione, il 23 a fine mattinata, era felice come un bambino davanti all’Albero di Natale. E io con lui. Mi rendo però perfettamente conto che oggi, nonostante siamo tutti entusiasti e gasati oltre all’aver voglia di fare e dimostrare di potercela fare, che il CBReL corre ancora tantissimi pericoli. La cultura della Squadra e del Sistema che lavora per un obiettivo più alto rispetto ai propri singoli interessi interni è qualcosa a cui non siamo abituati, va curata, sostenuta. Bisogna allenarsi a mantenerla perché non è facile.
Le Istituzioni che oggi a prescindere dal colore politico stanno così fortemente sostenendo questo progetto dovranno avere la capacità di trasmettere anche a chi verrà dopo di loro, quando un giorno accadrà, i valori che hanno sostenuto la loro azione e il loro impegno perché la stretta collaborazione fra pubblico e privato non è e non sarà mai qualcosa da cui si potrà prescindere. E infine, ma non per importanza, bisogna capire che nonostante stiamo parlando di una delle più belle e importanti città del mondo, è dalle cose semplici che bisogna partire. Anche se viene voglia subito di battersi il petto e urlare al mondo che è Roma che stiamo rappresentando, dobbiamo renderci conto che la nostra grande e bella Roma prima di volare deve mettere a posto le cose basilari: decoro, sicurezza, accessibilità. E’ vero siamo a Roma ma dobbiamo essere umili e lavorare duro, con poche parole, con le maniche rigirate, possibilmente con il sorriso. Abbiamo bisogno di essere squadra nel profondo e non solo nella facciata. Lo siamo, lo saremo sempre di più.
Roma, 25 novembre 2017, Francesca Novi
La riflessione di Paolo
“Leggo e rileggo gli highlights della presentazione del 23 novembre scorso del Convention Bureau di Roma e Lazio (grazie Francesca) e mi risuonano due suggestioni. La prima è che la nostra “destinazione” (Roma), può essere assimilata a un “albergo territoriale“, che ha necessità di alzare l’ADR, il prezzo medio al quale viene utilizzato, perché l’occupancy è già alta e in crescita ma , da sola, senza appunto una valorizzazione del suo uso, determina una prevalenza di costi e un calo preoccupante o la scomparsa della redditività per la collettività. La seconda riguarda il concetto di profitto, in luogo della rendita, che è stato richiamato nel corso dell’incontro per dare valore all’iniziativa degli imprenditori, nel ruolo inedito di traino delle azioni istituzionali a sostegno del turismo e, quindi,dell’economia. Vorrei aggiungere che anche all’interno dell’imprenditoria “dare valore al profitto e non solo alla rendita” evoca una delle più grandi scommesse in atto nel mondo del turismo, soprattutto nel nostro Paese e nella nostra città: cioè la valorizzazione, accanto alla storica preminenza della rendita immobiliare, delle capacità gestionali che sono in grado di conferire un effettivo valore a quei beni strumentali. L’emergere di una cultura d’impresa forte in questa direzione è una straordinaria opportunità da non perdere.”
da Facebook, profilo Integrare Srl del 26 novembre 2017