È ormai facile entrare in contatto con qualsiasi attività imprenditoriale o commerciale che con cura gestisce l’immagine del suo brand e la sviluppa con criterio, quella che comunemente chiamiamo immagine coordinata.
Inizia a scremarsi il numero delle stesse realtà, quando si nota che il logo non ha subito alcun rinfresco o nessun riadattamento nel corso degli anni, adeguandosi a quelli che sono i canoni a volte dettati dalla moda ma spesso propri di una evoluzione dell’immagine.
Proseguendo l’analisi nel verificare quante di queste attività hanno uno stile comunicativo costante nel tempo, la percentuale scenderebbe drasticamente.
Qualche giorno fa, ad una di quelle ormai diffuse video-call di gruppo tra professionisti di settore diverso, che tanto contraddistinguono questi mesi di quarantena da Covid 19, mi è stato chiesto quale consiglio dare ad un mio potenziale nuovo Cliente per migliorare la sua comunicazione. Non ho avuto nessuna esitazione a rispondere che oggi la standardizzazione della comunicazione è fondamentale.
Detto così sembra un concetto errato, per nulla creativo e per giunta facile o quanto meno un tipo di attività poco impegnativa e quindi, magari, anche poco remunerativa in termini di ritorno di immagine.
È esattamente il contrario.
Oggi tutti viviamo bombardati da messaggi. Specialmente attraverso il WEB, quasi potremmo dire che la radio è diventata un mezzo per rilassarsi. Ma se ci riflettessimo un po’, capiremmo facilmente che anche la pubblicità che ascoltiamo in radio mentre siamo in auto, se ha un collegamento stretto con quello che vediamo sulle affissioni, riesce ad amplificare fortemente il messaggio e a rimanere più facilmente impresso nella testa di chi l’ha anche solo intravista e/o sentita in sottofondo.
Trasferiamo quanto appena descritto al processo sui canali social che, in maniera molto più facile, riescono ad indirizzare il messaggio pubblicitario al giusto target di riferimento, un meccanismo che abbiamo già spiegato in altri articoli.
Questo vuol dire che, se attraverso i social è più facile riuscire a focalizzare il target di riferimento, la sfida successiva è quella che quel target scelga te e non uno dei tuoi tanti competitors.
Una chiave fondamentale è riconoscere il brand, non dal prodotto, non dal logo ma dallo stile di comunicazione che oggi, anche attraverso i social, è molto spesso percettivo, proprio come i manifesti che vediamo in strada e come la pubblicità che sentiamo in radio mentre siamo concentrati alla guida.
La percezione del messaggio visivo è quindi fondamentale e, per avere un riscontro positivo, deve necessariamente essere standardizzato e seguire delle regole. Bisogna quindi lavorare per far si che, pur cambiando i contenuti del messaggio come l’offerta commerciale – il prodotto – comunicazioni di servizio ecc., lo stile con il quale lo si edita resti sempre uniforme e costante.
È stato calcolato che oggi la media di attenzione su un singolo post è meno di due secondi. Riconoscere un brand anche senza soffermarsi alla lettura di un post grafico, fotografico o video, diventa un obiettivo fondamentale per lasciare un segno nella percezione distratta degli utenti.
Operare seguendo i dettami di uno stile che si è costruito nel tempo e che si è evoluto sull’analisi dei relativi riscontri, darà inoltre l’opportunità di poter realizzare più speditamente una campagna di comunicazione in tutti i suoi canali di diffusione atta a rendere tutto il processo più performante. Sui Social Network il tempo scorre molto più velocemente e freneticamente, quindi è ancora più decisivo e strategico essere tempestivi nella comunicazione.
Certo, se poi si ha la grandissima fortuna di poter lavorare con un genio creativo e artistico come Osvaldo Cavandoli che, con la sua “La Linea” ha impostato e rappresentato con successo per più di 50 anni l’identità forte di un’azienda prestigiosa, allora tutto è più facile.